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Nicoletta Grassi

La previdenza complementare



Per tutelare il proprio tenore di vita nel momento in cui si andrà in pensione vuol dire mettere al sicuro il proprio futuro programmando degli interventi mentre ancora di è attivi nel mondo del lavoro.

Aderendo ad un piano di previdenza complementare si assicura la possibilità di ottenere una rendita alternativa all'assegno pensionistico statale.

In quest’ottica possono aderire alla previdenza complementare tutti i lavoratori sia del settore privato, che del settore pubblico, ma anche i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i lavoratori con contratti atipici, i pensionati (purché aderiscano al piano pensionistico 1 anno prima di andare in pensione), i soggetti fiscalmente a carico e anche coloro che non svolgono un’attività lavorativa.


Che cos'è la previdenza complementare?


La previdenza complementare è lo strumento che consente di integrare la previdenza obbligatoria. I versamenti che vengono effettuati verso la forma di previdenza complementare scelta affiancano la contribuzione obbligatoria (INPS o Casse professionali previdenziali) garantendo una rendita aggiuntiva rispetto alla pensione maturata con la previdenza obbligatoria.

Perché scegliere la previdenza complementare?

Il motivo principale per cui scegliere la previdenza complementare è il desiderio di mantenere il proprio tenore di vita anche dopo il ritiro dal mondo del lavoro (pensionamento):

... e come funziona?

Innanzitutto, l’adesione ad un piano di previdenza complementare è volontaria. I versamenti effettuati ad un piano di previdenza complementare confluiscono su un conto personale dove si accumulano capitali e rendimenti. Le somme versate vengono investite in modo diverso a seconda delle linee di investimento scelte da chi aderisce al fondo - le somme versate possono infatti essere investite in in azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi comuni di investimento…

Quando l’aderente raggiunge l’età della pensione è possibile ottenere una rendita a integrazione della pensione statale, oppure l’intero capitale o parte del capitale.




Come si aderisce alla previdenza complementare?

Si può aderire alla previdenza complementare individualmente o in modo collettivo. Nel caso in cui il contratto di lavoro di riferimento della propria categoria lo preveda, o ci sia un accordo tra lavoratore e datore di lavoro, si può aderire alla previdenza complementare in forma collettiva. In questo caso oltre al proprio versamento ci sarà anche un versamento aggiuntivo effettuato dal datore di lavoro.

I dipendenti del settore privato possono decidere di conferire il proprio Trattamento di Fine Rapporto (TFR) nel fondo pensione della propria categoria, ma anche in un Piano Pensionistico Individuale o in un Fondo Pensione Aperto.


… e non dimentichiamoci dei vantaggi fiscali della previdenza complementare!

I contributi che vengono versati alla previdenza complementare possono essere dedotti dalla dichiarazione dei redditi: gli importi pagati vanno infatti a diminuire il reddito imponibile IRPEF fino ad un massimo di € 5.164,57.

I RENDIMENTI maturati dal fondo sono soggetti ad una tassazione agevolata rispetto alla tassazione del 26% a cui sono soggetti tutti gli altri tipi di rendimenti finanziari::

il 12,5% sui rendimenti di fondi che investono in titoli di Stato e il 20% sui rendimenti da investimenti di altro tipo.

Raggiunto il termine della propria vita lavorativa e l’età del pensionamento, il capitale o la rendita che si ricevono dalla previdenza complementare verranno tassati con un’aliquota che va da un massimo del 15% ad un minimo del 9%: si ha una riduzione dell 0,30% per ogni anno di permanenza nel fondo pensione oltre al quindicesimo.




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