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Nicoletta Grassi

I vantaggi fiscali della previdenza complementare


La previdenza complementare offre diversi vantaggi fiscali ad azienda e datore di lavoro, al lavoratore dipendente, ma anche al lavoratore autonomo.


L’azienda che proponga al proprio dipendente una forma di previdenza complementare può dedurre dal reddito di impresa le eventuali contribuzioni effettuate a favore del lavoratore. Le contribuzioni versate dal datore di lavoro sono infatti soggette al versamento del contributo di solidarietà del 10%.

L’azienda può inoltre utilizzare una parte del TFR (trattamento di fine rapporto) destinandolo alla previdenza complementare con il risultato di diminuire il proprio imponibile fiscale.


Se l’azienda ha meno di 50 dipendenti può, infatti, dedurre dal reddito di impresa il 5% del TFR annuo; se l’impresa ha fino a 50 dipendenti può dedurre il 4% del TFR destinato alla previdenza complementare.

L'azienda può beneficiare anche di una riduzione degli oneri sociali per gli assegni familiari, per maternità e per disoccupazione; inoltre, non paga il contributo al fondo di garanzia del TFR per la parte di TFR versata alla previdenza complementare.


Chi aderisca ad una una forma di previdenza complementare può:

  1. dedurre dal reddito complessivo i contributi versati ad un piano pensionistico fino ad un massimo di € 5.164,57 all'anno (compresi i contributi versati dal datore di lavoro);

  2. se si versano contributi a favore di un familiare fiscalmente a carico è possibile dedurre tali contributi dal proprio reddito complessivo (sempre fino a un massimo di € 5.164,57).




... e quando l’investimento comincia a rendere?

A differenza delle altre forme di risparmio i cui rendimenti vengono tassati con aliquota del 26%, i rendimenti relativi agli investimenti in forme di previdenza complementare vengono tassati annualmente del 20%.

Inoltre, nel caso in cui l’investimento dia dei risultati negativi, si matura un credito di imposta che andrà a ridurre le imposte da versare negli anni successivi.


Il Fondo di investimento può erogare tre tipi di prestazione:

  1. prestazioni di tipo pensionistico nel momento in cui il contraente/beneficiario va in pensione. In questo caso il capitale o la rendita che vengono percepiti vengono tassati con una ritenuta del 15%. Inoltre se si sono versati contributi al fondo pensione per più di 15 anni, l’imposta viene ridotta dello 0,3% per ogni anno di contribuzione successivo al quindicesimo (con un massimo del 6%);

  2. possono essere richieste delle anticipazioni prima della pensione per spese sanitarie dovute a malattia o infortunio grave sia del dipendente che del coniuge o dei figli fino ad un massimo del 75% del capitale maturato. Sull'importo che viene anticipato viene applicata una ritenuta del 15%. Se si aderisce al fondo pensione da più di 15 anni, l’imposta diminuisce dello 0,3% (fino ad un massimo del 6%) per ogni anno dopo il quindicesimo.

  3. E’ anche possibile chiedere un riscatto parziale nel caso di interruzione della propria attività lavorativa per più di dodici mesi (ma meno di quarantotto) e in caso di cassa integrazione.

  4. E’ possibile richiedere un riscatto totale per invalidità permanente che riduca la propria capacità lavorativa a meno di ⅓, oppure interruzione del lavoro per più di quarantotto mesi.

Se l’aderente al fondo pensione o altra forma di previdenza complementare muore prima di aver maturato il diritto alla prestazione, i beneficiari possono chiedere il riscatto totale.


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